Come affrontare la vita - The Truman Show
Il film “The Truman Show” si presta molto bene a parlare di risveglio. Come per Matrix, anche in questo caso è possibile vedere nella vita di Truman un parallelismo con la nostra, di vita. Impossibile, mi direte. Truman è esposto sino dal giorno della sua nascita alle telecamere, che poi hanno mostrato passo passo la sua vita ad un numero spaventoso di telespettatori. La nostra vita è libera. Non ci sono attori che recitano copioni al nostro fianco, noi possiamo in ogni momento decidere dove andare e che cosa fare. Non c’è un regista supremo che decide cosa ci succederà nelle prossime puntate. Giusto? È così la nostra vita, vero? O no?
Basterebbe cambiare nome al regista, chiamarlo, ad esempio, fato, e già ci si avvicinerebbe. O anche, semplicemente, chiamarlo VITA. Se lo chiamassimo Vita, saremmo a posto: avremmo dal film un’indicazione del comportamente migliore da tenere. Quale?
C’è una scena che ritengo memorabile, in Truman Show. La più potente di tutte. È la seguente:
Quando Truman tenta di scappare in barca, il direttore dello Show gli scatena contro una tempesta in mare. Lui cade in acqua, riesce a riemergere, nuota, si issa a bordo, si assicura con una fune e urla al suo “destino” impersonificato, con quanto fiato ha in corpo: “È questo il meglio che puoi fare? Mi dovrai uccidere!”
Ecco, questo è l’atteggiamento che ognuno di noi dovrebbe avere nei confronti della vita. Se vi fa più piacere chiamatelo fato, destino, o come preferite.
Non pensate che sia un modo pericoloso di “sfidare la sorte”, o altro di spaventoso. È una cosa che può essere applicata ogni giorno, molto semplicemente. Vi capita di bucare una gomma? Sorridete, e chiedete: “È questo il meglio che sai fare?” e la sostituite, o chiamate l’assistenza e vi godete quello che succede. Cercate di non arrabbiarvi e non andare sul tragico, evitate il vittimismo. È un modo per sgonfiare all’istante il potere che siamo soliti dare agli avvenimenti, anche a quelli più insulsi. Perché questo è il punto: abbiamo la pessima abitudine di riconoscere un grande potere ad ogni cosa: oggetti, persone, situazioni, luoghi, ecc. Di prenderci e di prendere tutto troppo sul serio, soprattutto con gli imprevisti e le cose “negative”. Pensateci: cosa sarebbe la vostra vita senza imprevisti e brutte figure? Quando raccontate le vostre vacanze ad un amico, cosa raccontate? Che è tutto andato bene o ciò che non è andato bene? I bagagli persi, i voli cancellati, la casa con lo scarico rotto, ecc. È tutto questo che rende unica e meravigiosa la vita.
Pertanto, mantenete questo atteggiamento, che ristabilisce le giuste proporzioni.
Alla peggio cosa vi può succedere? Di morire?
Ebbene?
Ma questo merita probabilmente un altro articolo.
Danilo
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