Persone consapevoli invece di operatori olistici
Ogni giorno, sfogliando le pagine dei social e i gruppi whatsapp/telegram, vedo una quantità incredibile di eventi proposti da operatori olistici. Ritiri esperienziali, corsi, canti, danze, riti, formazione avanzata.
Tutto questo è molto bello, significa che il mondo, o almeno una sua parte in costante aumento, sta andando in una direzione di effettiva crescita. Oppure no?
Dunque, il tutto è positivo se l’aumento degli operatori va di pari passo con l’aumento della consapevolezza.
E qui viene il problema. A volte ho l’impressione che molti abbiano di fatto sostituito l’ineludibile lavoro su di sé con il loro “mettersi al servizio”, offrendo trattamenti dall’altra parte della barricata. Come se il fare un lavoro da operatore spirituale potesse evitarti la fatica e la responsabilità di fare un lavoro su di te. È un po’ come il carabiniere che si sente in diritto di violare il codice della strada.
Tu, operatore, come lavori su di te? Quali strategie metti in atto per lavorare su di te? Chiedi feedback spietati a qualche collega? Ti fidi di loro? Ti fidi di altre discipline?
Il problema è davvero profondo. Se ti fidi solo di te stesso, significa che ogni operatore crede solo in sé e solo nella sua disciplina. Ma il lavoro sulle energie sottili è uno solo, le diverse tecniche sono solo sfumature. Questo scetticismo significa di fatto che nessuno crede davvero nell’invisibile, nelle energie sottili, nella possibilità di fare miracoli. In pratica, è come dire che è tutta una stronzata!. Lo vedete il problema? Ci si scredita a vicenda. Se è così, ognuno sta soltanto nutrendo il proprio ego.
In questo caso ci si considera “arrivati” dal punto di vista del lavoro su di sé, della consapevolezza.
Questo non solo è triste, ma è anche dannoso. E non per il mondo dell’olismo, ma per l’universo! All’universo servono più persone consapevoli che operatori olistici. Se siete nel dubbio tra il lavoro su di voi e il diventare Maestri di qualcosa, Operatori di qualcosa d’altro (volutamente non faccio esempi, non vi è una categoria negativa in sé), senza indugi scegliete il lavoro su di voi. Sarà il numero sempre crescente di persone consapevoli, quello che cambierà il mondo, non il numero di operatori olistici (magari mediocri). Ovviamente tutto questo lo dico anche per me e per la mia socia Miki. In rischio è sempre in agguato. E allora noi ci bacchettiamo costantemente a vicenda, e cerchiamo di rimanere in perenne formazione. E cerchiamo di espanderci, di fare rete, di coinvolgere gli altri operatori con cui ci sentiamo in sintonia.
Questo potrebbe anche dare una mossa al “mercato” degli eventi olistici: la metà di questi, infatti, viene annullata per mancanza di partecipanti, proprio perché gli operatori si sentono “arrivati” e non partecipano quasi più a nulla di diverso, se ne stanno nella loro “disciplina di comfort”.
Ricordatevi che, per chi è solito fare capanne sudatorie (è solo un esempio), partecipare ad una capanna sudatoria fa parte della propria “zona di comfort”. E questo vale anche per le più estreme delle pratiche. Uscite dalla vostra zona di comfort, approfondite altre tecniche, altri strumenti. Affidatevi. Crescerete voi come persone, e farete crescere gli altri operatori. Tutti ne beneficeranno!
Di nuovo, affidatevi.
Con amore e fiducia,
Danilo
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